Descrizione
Max, un ex-partigiano, finita la guerra riprende sua la vita normale: famiglia, amici, lavoro. Ma inaspettatamente un insolito incontro lo spinge a scavare nel passato e a rincorrere una vendetta personale molti anni dopo la fine della guerra.
Durante le tappe di avvicinamento alla sua vendetta si accorgerà però che gli interessi e la posta in gioco sono molto più alti, e sarà costretto a rispolverare tutta la sua abilità di soldato e di clandestino per potersi trarre d’impaccio.
Antonio De Sisti, al suo secondo lavoro dopo “La banda del Cardinale”, ci presenta uno spaccato verosimile dell’Italia e dell’Europa del primo dopoguerra, conducendo il lettore per mano nella Roma del 1960 e nella sua situazione sociopolitica fino al sorprendente finale della storia.
redazione –
La mia libreria racconta la passione smodata che nutro per Frederick Forsyth: uno dei suoi romanzi più belli ed intriganti è “Dossier ODESSA”, in cui si narra delle peripezie di un giornalista alla ricerca di un’organizzazione di ex-nazisti (l’ODESSA, appunto) e del suo tentativo per sgominarla.
“La pistola” è una sorta di “Dossier ODESSA de noantri”. Intendiamoci: la cosa è detta con estrema benevolenza, e non è assolutamente un’accusa di plagio. Anzi, il romanzo si intreccia con la storia italiana ed europea dei primissimi anni ’60, restituendoci uno spaccato interessante di una Roma e un’Italia che di quel periodo sembra aver conservato solo certe brutture ed aver perso l’ingenuità.
Antonio De Sisti segue “Max”, un ex-partigiano dei GAP, nel suo percorso che deve portarlo a vendicare la morte dell’amato fratello in un campo di prigionia tedesco: ma quella che sembra una storia privata assume in modo imprevedibile i contorni di un intrigo internazionale.
“La pistola” è un bel romanzo, avvincente e ricco di ritmo, che si fa leggere con facilità e fa riflettere su quello che è l’Italia odierna alla luce di quello che era nel primo dopoguerra.